KAYHAN KALHOR E KIYA TABASSIAN | NON FU MAI UOMO CHE CERCASSE TANTO - A 700 ANNI DALLA MORTE DI MARCO POLO
Il Milione racconta un viaggio di conoscenza più che un viaggio di conquista. Non fu mai uomo che cercasse tanto prende spunto proprio da questa convinzione creando uno spettacolo di musica, immagini e parole che segue le più diverse rotte dei viaggi di Marco Polo nel lontano Oriente, di passaggio anche in terra persiana. Alle pagine del
Milione lette e selezionate da Sandro Cappelletto, sulle suggestive videoproiezioni curate da Tommaso Arosio, si alternano le improvvisazioni musicali di due maestri della musica persiana: Kayhan Kalhor, leggendario suonatore di kamancheh, strumento ad arco della tradizione iraniana, e Kiya Tabassian, suonatore di setar, il liuto persiano.
Per maggiori informazioni: www.bolognafestival.it | T. 051 649 33 97
#NARRANDOBO | LA VITA SOTT’ACQUA
Per questo secondo appuntamento all’Oratorio di San Filippo Neri, #narrandoBO prende spunto da uno dei goal dell’Agenda 2030 per andare alla scoperta della Bologna delle Acque. La classica cifra di intrattenimento del format,
che spazia dal cabaret alla stand up comedy e al teatro di narrazione, diventa la chiave per raccontare quello che si nasconde sotto la superficie della città: canali coperti, chiuse nascoste, vecchie storie acquatiche di quella che alcuni turisti chiamano addirittura “la piccola venezia”. E perché no, ci sarà spazio anche per qualche viaggio surreale in una vita bolognese subacquea.
MATTEO SAUDINO | VITE RIBELLI
Fare filosofia è un’attività ribelle che si basa sul dubbio e sul pensiero critico che generano bellezza e crescita, ma anche disorientamento e inquietudine. Matteo Saudino porta la sua esperienza filosofica in teatro, con uno spettacolo che rende omaggio alla forza del pensiero attraverso le storie di cinque vite ribelli, dalla scelta di Ipazia di immergersi nel mondo della matematica sfidando ogni fondamentalismo religioso al coraggio di Democrito di affermare che tutto è materia e che la felicità risiede nel vivere liberi dalla paura e dal dolore; e ancora da Giordano Bruno a Olympe de Gouges e la sua Dichiarazione dei Diritti della Donna e della Cittadina; per giungere infine al cospetto di Socrate, il filosofo e il ribelle per antonomasia, colui che in punto di morte si ribella all’ingiustizia della sua condanna continuando a rispettare le leggi della città di Atene.
GABRIELLA SALVATERRA | LA ULTIMA VEZ - CENA CLANDESTINA
LA ULTIMA VEZ (“L’ultima volta”) è una cena clandestina che si propone di celebrare la meraviglia di un eterno nuovo inizio. Questo spettacolo supera i limiti tradizionali del teatro, integrando in un’esperienza poetica il cibo, la narrazione, la musica e la memoria dei nostri corpi. “Quando le persone si riuniscono attorno ad un tavolo molto spesso parlano delle loro vite, ma non capisco perché quasi sempre parlano delle loro prime volte. Questa notte propongo il contrario; ricordare, celebrare le ultime volte della nostra vita, perché per me sono le più belle e le più importanti”.
Per maggiori informazioni: www.oratoriosanfilipponeri.com oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu | 3497619232
GLI ORARI DELLE REPLICHE
- giovedì 5 dicembre ore 20.00
- venerdì 6 dicembre ore 20.00
- sabato 7 dicembre ore 13.00
- sabato 7 dicembre ore 20.00
- domenica 8 dicembre ore 13.00
- domenica 8 dicembre ore 20.00
Biglietteria aperta su VivaTicket!
Attualmente i biglietti disponibili sono terminati, consigliamo di controllare la pagina dedicata su VivaTicket perché se si dovessero liberare dei posti li rimetteremo in vendita direttamente lì.
TOMMASO RAGNO | UNA RELAZIONE PER L'ACCADEMIA
Si chiama Pietro il Rosso la scimmia a cui Franz Kafka dà voce nel 1917 con un
racconto breve pubblicato su una rivista. Pietro viene catturato mentre è con il suo
branco, lo feriscono due pallottole, una in modo non grave al volto, ma che gli darà il soprannome di “il rosso”, l’altra all’anca, che lo rende zoppo. Dopo la prigionia, in una cassa mentre raggiunge l’Europa su una nave, Pietro capisce: può imitare molto bene gli uomini, può in questo modo garantirsi la libertà, o meglio, una forma di libertà, che lo porterà nei teatri ad esibirsi. Dopo quasi cinque anni, gli antropologi che lo invitano all’accademia per ascoltare la sua storia, trovano davanti a loro una scimmia-uomo calma, riflessiva, ironica, che racconta il suo percorso con una vena di malinconia, rabbia ed accusa che percorre tutto il racconto.
TEATRO AKROPOLIS | LA PARTE MALEDETTA VIAGGIO AI CONFINI DEL TEATRO PAOLA BIANCHI
La parte maledetta. Viaggio ai confini del teatro, è un ciclo di film-documentari restituiti al pubblico in forma di conferenza spettacolo e dedicati a protagonisti dell’arte e della cultura che nel loro lavoro hanno messo in crisi il sistema delle distinzioni specialistiche delle varie discipline.
Ripercorrendo alcuni lavori per la scena e le numerose collaborazioni della coreografa e danzatrice Paola Bianchi con musicisti, registi, teatri e festival, il film si addentra nel cuore della creazione coreografica. Paola Bianchi ci guida nel racconto di un’interiorità animale capace di sovvertire l’ordine e mettere in crisi le regole del teatro, approdando alle sperimentazioni più estreme della performatività.
Durata: 46’
INSTABILI VAGANTI | CONFINI
La performance è il frutto di un’indagine artistica sul tema del ‘confine’ sviluppata da Instabili Vaganti con il coinvolgimento di giovani danzatori del progetto internazionale Beyond Borders e la partecipazione di performer e coreografi internazionali.
Distanza, lontananza, assenza, impotenza dinanzi ad un limite invalicabile, sono le sensazioni che muovono i corpi dei performer nello spazio innescando una danza in costante equilibrio su quelle linee sottili e invisibili che ci separano e che abbiamo chiamato: Confini.
Una performance capace di coinvolgere il pubblico in una danza liberatoria finale, come in un rituale che trova il suo naturale compimento nella ritrovata unione dei corpi.
MARCO SGROSSO | A COLPI D’ASCIA
Di questo testo, tratto dal romanzo di Thomas Bernhard, Marco Sgrosso ha curato la riduzione
e la regia, oltre ad esserne straordinario interprete, con l’accompagnamento musicale del polistrumentista Cristiano Arcelli.
Scrive Sgrosso: “Incantato dallo stile fulmineo e ridondante di Berhard, dall’intreccio di reiterazioni, assonanze e dissonanze che rendono i suoi testi simili a partiture musicali, sono rimasto affascinato
dalla figura del narratore: uomo tormentato, aggressivo ma vulnerabile, simile ad un animale
braccato.
Mi ha profondamente coinvolto l’analisi della figura dell’artista in conflitto, con se stesso prima ancora che con gli altri, e tanto più incatenato al suo universo quanto più fortemente vorrebbe fuggirlo”.
Con la sua ironia caustica e spietata, Bernhard scandaglia miserie, perfidie e ipocrisie dell’ambiente artistico della sua amata e odiata Vienna, ma il livido quadro finale che emerge da questo vorticoso pamphlet non ha confini geografici.
ALESSIO BONI E MARCELLO PRAYER | CANTO DEGLI ESCLUSI
“Io non fui originata ma balzai prepotente dalle trame del buio per allacciarmi ad ogni confusione”.
Sono versi di Alda Merini, la ‘poetessa dei Navigli’ scomparsa nel 2009 a 78 anni. A lei e al suo patrimonio letterario Alessio Boni e Marcello Prayer dedicano un reading (o meglio un concertato a due) intitolato Canto degli esclusi.
Dopo Pavese e Pasolini, i due attori hanno deciso di continuare “il gioco” della poesia nella nudità scenica con Alda Merini: le loro voci si alternano e si intrecciano come sempre per diventare una nell’intento di cadenzare la ritmicità del verso di Alda.
Un verso di forte intensità emotiva nel grumo di contraddizioni che l’hanno abitata. Scrivono Boni e Prayer: “Abbiamo immaginato la sua voce dettarci, come gli antichi rapsodi, il Libro di Poesia da mettere in voce: così è nata la necessità di questo altro viaggio”.
TEATRO DEI BORGIA | GIACOMO
Al termine dello spettacolo si terrà l’incontro I parlamenti di Matteotti, un dibattito sul processo compositivo dello spettacolo tra Gerardo Guccini, docente di Storia del teatro e dello spettacolo al DAMS di Bologna, nonché attento studioso e profondo conoscitore della teatro di narrazione e fondatore della rivista letteraria “Prove di drammaturgia” e Gianpiero Borgia, co-fondatore di Teatro dei Borgia e regista dello spettacolo.
“Un intervento d’arte drammatica in ambito politico”. Così Elena Cotugno (interprete) e Gianpiero Alighiero Borgia (regista) del Teatro dei Borgia raccontano il loro spettacolo Giacomo, tratto dai testi che Giacomo Matteotti lesse in Parlamento il 31 gennaio 1921 e il 30 maggio 1924.
Nel primo il politico denunciava le connivenze tra le forze politiche borghesi e le squadracce fasciste, nel secondo contestava i risultati delle elezioni di aprile di quell’anno.
Come si sa, Matteotti sarebbe poi stato ucciso il 10 giugno e quest’anno ricorre il centenario.
In scena vengono riproposti i discorsi di un martire nella loro nuda e terrificante verità: un invito a riflettere sul senso della militanza politica, sui diritti di cittadinanza, sulla possibilità di opporsi alla violenza fascista. “È un richiamo – dice la compagnia - ai valori di libertà e democrazia ma anche al ruolo che il teatro ha nella società”.