DA ALEPPO A MOSUL: DIALOGHI DI ARCHEOLOGIA

Incontri in ricordo di Sebastiano Tusa

Quarto appuntamento della Presidenza del FAI Emilia-Romagna

Gli assetti politici coloniali del Medio Oriente dopo la Prima Guerra Mondiale sono all’origine di tanti disequilibri contemporanei. La creazione di Servizi delle Antichità negli anni ’20 del Novecento ha segnato un primo importante momento di riflessione nazionale sul patrimonio culturale, un percorso che non ha mai cessato di svilupparsi, anche in questi ultimi anni dove la guerra civile siriana e la guerra in Iraq hanno prodotto incalcolabili devastazioni al patrimonio, oltre che alle persone e al tessuto sociale. Le esperienze personali di ricerca e di vita in due città simbolo come Aleppo e Mosul sono alla base di questo incontro.

 

Intervengono: Nicolò Marchetti , Michel Al Maqdissi e Marco Magnifico


TEATRO DELLE ARIETTE / TRENT'ANNI DI GRANO. UNA VEGLIA IMMAGINATA DA PAOLA BERSELLI E STEFANO PASQUINI PER MATERA 2019

Paola e Stefano sono sposati dal 18 giugno 1989.

Sono attori e contadini.

“Trent’anni di grano” è il diario che stanno scrivendo nel corso dell’estate 2019 (18 giugno – 21 settembre). Il grano è il punto di vista da cui osservano il presente. Il grano è la bussola che guida il viaggio attraverso le persone e le storie, le donne e gli uomini che sanno di pane, che ne hanno memoria. In scena con Paola Berselli e Stefano Pasquini, come sempre, c’è Ferro (Maurizio Ferraresi). Il diario e le azioni di preparazione del cibo che condivideranno con gli spettatori sono le fondamenta della Veglia che gli attori immaginano.

Tre mesi di vita per raccontare trent’anni di storia.

Accesso limitato a max 40 persone, solo su prenotazione: oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu


TEATRO DELLE ARIETTE / TRENT'ANNI DI FARINA. UN LABORATORIO PRATICO DI CUCINA AUTOBIOGRAFICA

 Un grande tavolo, taglieri, mattarelli, pentole, fornelli… e soprattutto farina, la farina del grano che da trent’anni coltiviamo e andiamo a macinare al Mulino delle Palette.

Farina da impastare con le uova per farne sfoglia, o con acqua e lievito per farne pane e focacce, o con lo zucchero per farne ciambelle e crostate.

Ma soprattutto da impastare con i racconti, le parole e le immagini evocate dalla preparazione del cibo. Venti persone che cucinano insieme attorno a un tavolo sono un mondo!

Faremo insieme le tagliatelle col pesto delle Ariette e la focaccia, a voi chiediamo di portare il racconto di una esperienza di vita legata al cibo o alla cucina, il resto viene da sé.

Accesso limitato a max 20 persone, solo su prenotazione: oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu


IL CORPO DELLE DONNE / CHI VENNE FU LEI

Evento conclusivo del progetto IL CORPO DELLE DONNE. CORPO SOCIALE. UNA LUNGA STORIA DI INTERAZIONI.

Con questo spettacolo il progetto giunge alla sua tappa conclusiva per il 2019 portando in dote tutta la ricchezza di tante storie raccolte lungo il bellissimo percorso dal 2018. In scena diverse generazioni di donne - attrici in uno scambio di esperienze che abiteranno diversi luoghi dell’Oratorio   accogliendo, guidando, raccontando storie e metafore di figure femminili mitologiche o realmente esistite. Domandandosi se si può essere potenti e fragili allo stesso tempo. Cercando di suscitare le emozioni che forse portano alla violenza, esplorando i percorsi arcani che conducono allo scatenarsi di passioni e follie contro le donne. Lo spettacolo vedrà le due attrici storiche di Tra un atto e l’altro, Angela Malfitano e Francesca Mazza, condurre e intrecciarsi alle presenze di altre giovani compagne di palco con le parole immortali di grandi autori della letteratura.


MEDINE E CITTÀ STORICHE: IDENTITÀ CANGIANTI

Incontri in ricordo di Sebastiano Tusa

Terzo appuntamento della Presidenza del FAI Emilia-Romagna con un focus particolare sugli intrecci ininterrotti tra i popoli dei Paesi del bacino del Mediterraneo.

Le città del Mediterraneo sono sempre state segnate da flussi di persone e merci, idee e credenze, tradizioni e saperi in cui ogni identità è stata contaminata e arricchita dal contatto con l'altro. Venezia e Alessandria, Palermo e Tunisi, ma anche Damasco e Gerusalemme, come Fés e Granada e molte altre città, rivelano nei paesaggi urbani, nelle strutture spaziali e nelle loro stesse architetture le vicissitudini di una coesistenza spesso (ma non sempre) conflittuale, ma comunque fertile, di culture diverse. Le loro identità non sono univoche ma molteplici e si spiegano con l’appartenenza a un mondo comune.

Intervengono: Daniele Pini  e Jellal Abdelkafi


FESTIVAL 20 30

Chi ha tra i venti e i trent’anni oggi è nei guai. I giovani non lavorano. I giovani non hanno voglia di lavorare. I giovani lavorano gratis, vivono di rendita, sono già stanchi, sono sottovalutati, sono sopravvalutati, non hanno potere, non hanno rispetto, non ce la faranno mai, saranno precari a vita, non avranno la pensione, sono degli sdraiati, sono pessimisti, sono troppo ottimisti, sono choosy, bevono troppo, sono strozzati da una società gerontocratica, non è colpa loro, non si interessano di politica, sono estremisti, hanno pochi diritti, hanno troppi diritti, stanno sempre attaccati al computer, escono tutte le sere, non sono pronti, pazienti, elastici. Questo dicono di noi quelli che hanno il doppio dei nostri anni.

Giunto alla sesta edizione, Festival 2030 continua a sondare l’immaginario di una generazione, quella di chi ha oggi tra i 20 e i 30 anni, facendola entrare in scena attraverso spettacoli, laboratori, concerti, installazioni e performance.


SE MI DICONO DI VESTIRMI DA ITALIANO, NON SO COME VESTIRMI

Cosa vuol dire, essere italiani? Avere lo zaino Invicta? Parlare male le lingue straniere? Gesticolare? Cantare canzoni d’amore? Non pagare le tasse? Essere eleganti? Portare gli occhiali scuri anche di notte? Applaudire all'atterraggio dell'aereo?

Nicola Borghesi e Paolo Nori hanno scritto questo spettacolo che li ha portati a indagare la questione nei luoghi istituzionali, come l’ufficio immigrazione della questura, in rete e per le strade di Bologna. La ricerca e la loro inclinazione alle divagazioni li ha portati a parlare di calcio, famiglia, capperi, moda, di Albert Camus, di Alessandro Manzoni e della periferia Nord di Foggia e li ha condotti a un’altra domanda «Cos’è la patria?».


SPACE INVADERS / CARLO MAZZA GALANTI E CLAUDIO GIUNTA

A cinquant’anni dallo sbarco sulla luna, a quaranta dall’arrivo di Space Invaders nelle nostre camerette, cosa è successo tra noi e gli alieni: sono già arrivati e li abbiamo sconfitti? Sono tra noi e non li vediamo? Arriveranno domani?

Come gli alieni ci hanno conquistato: 

La letteratura

La narrativa di fantascienza ha antenati ottocenteschi (Wells), ma si sviluppa poi largamente nel corso del Novecento, a mano a mano che gli uomini imparano a conoscere lo spazio. Un intero filone della narrativa fantascientifica è dedicato all’invasione aliena, in varianti infinite (da, Human is di Philip Dick a La nebbia di Stephen King).  Quali sono le caratteristiche di questo filone narrativo, che cosa vale la pena di leggere o rileggere?


QUARTETTO WERTHER / PREMIO DEL PUBBLICO

Vincitore del “Premio del Pubblico”, il Quartetto Werther torna ad esibirsi a Bologna Festival con un programma di particolare interesse che accosta il romantico Quartetto op.47 di Schumann, con la sua tipica preminenza del pianoforte, a due brani di rara esecuzione. Il cameristico Movimento di Quartetto è un unicum nella produzione mahleriana, principalmente dedicata all’orchestra; è un esercizio di composizione del giovane Mahler, allora studente del Conservatorio di Vienna, limitato al solo movimento iniziale di un quartetto. Scritto dall’americano Aaron Copland nel 1950 il Quartetto per pianoforte e archi presenta un’originale sintesi tra il sistema dodecafonico di Schönberg e il diatonismo di Stravinskij.

 

musiche di Mahler, Copland, Schumann


BANDA OSIRIS E TELMO PIEVANI / AQUADUEO. UN PIANETA MOLTO LIQUIDO

Nel nuovo spettacolo della Banda Osiris l’acqua è il pretesto, attraverso la lente deformata e deformante del gruppo, per un viaggio musicale nei problemi che affliggono il nostro pianeta.

Inquinamento, cambiamenti climatici, effetto serra, sono temi con i quali ci si confronta quotidianamente e la Banda Osiris interviene nel dibattito per offrire il suo personale quanto inutile contributo magistralmente guidati dal prof Telmo Pievani.

 Partendo da una suggestiva “Hommage à l’eau”, in cui l’acqua diventa base percussiva dell’intero brano, passando attraverso una lettera indirizzata ai grandi della terra, “L’acqua che verrà” liberamente ispirata a Lucio Dalla, e scomodando in seguito Roger Waters, Buscaglione, Modugno, Vivaldi e i Beatles, la Banda Osiris vuole dimostrare che il nostro mondo è ormai con l’acqua alla gola.