COSTANTINO D'ORAZIO E ALESSANDRA MANTOVANI / LE DONNE DI DANTE
Le donne di Dante. Incontro con Costantino D’Orazio e Alessandra Mantovani, a partire dall’ultimo libro di Marco Santagata. Introduce Biagio Forino. Con letture di Francesco Setti di una selezione di brani del libro.
Un racconto, tra parole e immagini, del grande poeta fiorentino attraverso le donne che egli conobbe di persona o di cui sentì parlare, e che ne accompagnarono l’intero cammino. Un autentico carosello di figure femminili, di rappresentazioni, reali o ideali, che ci condurranno alla scoperta anche delle zone d’ombra nella biografia dantesca e vedremo dipanarsi uno straordinario, fitto garbuglio di vita vissuta e creazione letteraria. Proiezione di immagini e Letture dal volume Le donne di Dante.
Costantino D'Orazio è storico dell'arte presso la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Curatore del MACRO Museo d'Arte Contemporanea di Roma dal 2014 al 2017, attualmente lavora presso il Museo Pietro Canonica in Villa Borghese. Collabora con l'Università LUISS e l’Università LINK Campus. Conduce la rubrica AR-Frammenti d'Arte su Rainews24, partecipa ai programmi Unomattina in Famiglia su Raiuno e Geo su Raitre. È tra gli autori di Wikiradio su Rai Radio3.
Alessandra Mantovani è docente di Italiano e Latino presso il Liceo Classico Linguistico “G. Pico” di Mirandola. Professore abilitato di II fascia in Letteratura italiana e in Filologia italiana, collabora da anni come docente a contratto con le Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio. È autrice di saggi critici, articoli, e traduzioni che spaziano dall’Umanesimo-Rinascimento al Novecento e di edizioni critiche di opere della storiografia umanistica.
INGRESSO GRATUITO FINO A ESAURIMENTO POSTI CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: E-mail: oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu Mob – SMS – whatsapp: 349 761 9232 da lunedì a venerdì: 10.30-13 e 15-17.30
GABRIELE DUMA GIUSEPPE SIGISMONDI DE RISIO PAOLO INGROSSO ANTONELLA FRANCESCHINI / A RIVEDER LE STELLE
A RIVEDER LE STELLE, tre studi per voce e live electronics sulla Divina Commedia.
Gli studi, in preparazione di uno spettacolo più ampio dedicato alla Commedia, pongono al centro la parola poetica, esplorata nelle dimensioni logica e analogica, dall’interpretazione attoriale, nella dimensione sonora e fonica, dal trattamento elettronico della materia vocale. I tre brani, uno per ogni cantica, contraddistinti da tre differenti caratteri sotto il profilo espressivo e musicale, sono composti intorno alla sola voce, che grazie all’elettronica si fa strumento, orchestra, racconto e scena al tempo stesso. La dimensione concertante è sostenuta dalla direzione musicale che guida composizione e voce nella selva del live electronics, in cui la parola si veste e si spoglia, si infrange, rifrange e ricompone in quel divino racconto che prima di tutto è umana commedia.
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GENE GNOCCHI / IL GUSTO PUFFO
«Non credo al destino, e se qualche volta sento parlare di destino mi rabbuio subito.
Soprattutto quando se ne parla a ritroso, cioè solo per dire che se qualcosa è accaduto doveva accadere ed era destino che accadesse.
Non sono neanche convinto che le cose accadano davvero, ma questo è un altro
discorso che affronterò martedì o mercoledì, o addirittura sabato.»
Siamo un’umanità al gusto puffo, ammettiamolo. Ognuno fiero del suo colore un po’ sopra le
righe, ma senza il coraggio di uno scarto di personalità al di là di quel sapore indefinibile, che tende alla vaniglia. Ognuno impegnato a sopravvivere, anche un po’ a se stesso. Ognuno
detentore di certezze granitiche, costruite quando va bene su un malinteso. I protagonisti di
queste storie rappresentano in questo senso un invidiabile campionario di velleità, incongruenze,ispirazioni a sproposito. Un aspirante California Dream Man ultrasessantenne a cui si sloga una spalla ogni volta che esce da una torta. L’inventore della legge che impone agli artisti di far posare le modelle solo vestite, col loden. Un uomo che vuole adottare un bambino a distanza ma non sa quale sia la distanza minima. Il genero che per non dover portare la suocera al mare decide di farle rompere il femore da una banda di criminali. E naturalmente l’inventore del gusto puffo – appunto – che, come tutti sanno, si è portato nella tomba il suo segreto. Vite che non sono le nostre e che, pure, ci appartengono in una varietà di modi, tutti inquietanti. Con il suo stile stralunato e insieme capace di cogliere con precisione chirurgica la verità delle emozioni e delle situazioni, Gene Gnocchi costruisce tassello dopo tassello un mosaico di storie personali e collettive, spudoratamente apocrife e proprio per questo capaci di mostrarci, come in uno specchio deformante, la verità dei nostri pensieri e della nostra vita. Un libro che suscita ilarità e malinconia in egual misura, e che ci chiama in causa personalmente, come se ogni pagina parlasse di noi.
Gene Gnocchi comico, conduttore, attore, umorista e autore satirico, ha pubblicato diversi libri tra cui ricordiamo i più recenti Cosa fare a Faenza quando sei morto (Bompiani 2015) e Il petauro dello zucchero (La Nave di Teseo 2017). Da settembre 2020 è ospite fisso di Quarta Repubblica di cui cura la copertina satirica.
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MAURIZIO CARDILLO MARCO CAVICCHIOLI ANGELA MALFITANO FRANCESCA MAZZA / POTREI AMARVI TUTTI
Puzzles, orchidee e Kali shower
Un dittico di giovani autrici italiane
Il testo di Caterina Filograno – da lei stessa definito un “diario pubblico”- dipinge labirinti sentimentali fortemente connotati dall’appartenenza al presente. La tendenza a rimanere in superficie, l’incapacità di provare sentimenti duraturi, la paura di perdere il controllo delle cose ma allo stesso tempo la voglia di amare veramente compongono diversi quadri sospesi tra il dramma ed il sorriso, raccontando di piccole manie, tic esistenziali, rovelli amorosi. Unico filone narrativo i dialoghi tra due giovani omosessuali che, fra le difficoltà della comunicazione, cercano di avere una relazione.
si ringrazia il Teatro I di Milano che ha creato la Biblioteca Virtuale, all’interno del progetto PubblicAzioni
MAURIZIO CARDILLO MARCO CAVICCHIOLI ANGELA MALFITANO FRANCESCA MAZZA / LULLABY TRAGEDIA AEROBICA
Puzzles, orchidee e Kali shower
Un dittico di giovani autrici italiane
LULLABY TRAGEDIA AEROBICA
Stati Uniti d’Europa, 2059. La catastrofe è stata evitata. Il mondo sembra ora un luogo giusto. I giovani hanno preso il potere per risolvere le catastrofi climatiche e sociali prodotte nel passato, mentre gli over 70, inerti e iperconnessi, si godono la vecchiaia nei dorati centri Lullaby, diffusi in tutto il continente. Ma per quattro di loro l’avvicinarsi del golden day, ovvero il giorno in cui il Presidente degli Stati Uniti d’Europa si recherà a fare visita agli ospiti del centro, diventa il giorno dell’azione. L’azione che, forse, restituirà loro l’illusione di essere radicati in un presente, e che questo per la prima volta gli appartenga.
FESTIVAL 20 30 / ESERCIZI DI FUTURO SEMPLICE
Di quali strategie dobbiamo dotarci per affrontare un cambiamento - individuale e collettivo? Quale sarà la prossima catastrofe? E’ possibile evitarla? Come si fa a sopravvivere? Di cosa si parla quando si parla di normalità? Cosa ci sarà di semplice nel nostro futuro?
Abbiamo creato una stazione radiofonica in grado di trasmettere nel futuro. Una frequenza dove far viaggiare verso l’ignoto un flusso di parole e suoni. Ci sarà ancora qualcuno ad ascoltarci? E cosa a avremo da dirgli.
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ASCANIO CELESTINI / APPUNTI PER UN MUSEO PASOLINI
In vista della visita guidata al MamBO che Ascanio Celestini condurrà il 1 Giugno nell'ambito di Bologna Estate, per immaginare cosa potrebbe contenere il Museo Pasolini, al San Filippo Neri l'attore intervisterà Roberto Grandi Presidente Istituzione Bologna Musei e Gianluca Farinelli direttore della Cineteca Di Bologna che custodisce il Centro Studi - Archivio Pier Paolo Pasolini.
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SABRINA MEZZAQUI / L'ABILITA' DI MUTARE LE CIRCOSTANZE
L’opera di Sabrina Mezzaqui presentata all’interno dell’Oratorio di San Filippo Neri è una grande decorazione site specific posizionata nel centro della navata sul pavimento, sotto il grande lampadario, che cambierà ogni giorno: ogni mattina l’artista modificherà la forma dell’opera, sposterà i singoli elementi metallici di cui è fatta, trasformando i ritmi delle sue forme, i perimetri e il proprio centro, per riflettere in silenzio sull’impossibilità di avere delle certezze, oggi più che mai, dato che tutti stiamo vivendo la grande precarietà di questi tempi. Il disegno, che muterà di giorno in giorno, è quello di un mandala, un elemento meditativo a cui Sabrina Mezzaqui è molto legata, essendo una pratica trasformativa che porta verso la pace interiore e la meditazione e che è destinato a essere spazzato via in un soffio, dopo un lungo e paziente lavoro.
Il pubblico è invitato a tornare a vedere l’opera per notare come è mutata, a seguirla nei cinque giorni di apertura della mostra e osservarla attentamente nel suo disegno e nelle sue linee armoniche, perché anche se fatta di materiale comune e semplice, così come semplice e meditata è la pratica manuale dell’artista, l’opera di Sabrina Mezzaqui ha una forte valenza simbolica.
Il titolo del lavoro, pensato apposta per lo spazio dell’Oratorio, indica l’abilità dell’essere umano, dell’artista e delle sue opere di mutare con le circostanze: in questo caso si tratta di uno sguardo profondo e consapevole sulla realtà che stiamo vivendo, così instabile e piena di incertezze, così difficile e pur bisognosa di interscambi personali e di progetti condivisi, dato che per realizzare questa mostra l’artista si è avvalsa di diverse collaborazioni.
Il mandala di Sabrina dunque tenterà di superare i limiti di una percezione considerata esaurita una volta per tutte ma cercherà di dialogare con lo spazio “sacro” del luogo, indicandoci una nuova via, che non è certo quella di smettere di progettare ma di progettare in modo flessibile e insieme agli altri. Per questo l’opera sarà fotografata e ripresa durante il montaggio e lo smontaggio per produrre la documentazione delle sue modificazioni e per caricarle sul sito dell’artista, aggiornato in tempo reale, reso fruibile all’ingresso della mostra. Nell’ovale sopra al palco, invece, scorrerà ogni giorno la proiezione di un video diverso, così come differenti saranno le immagini scelte per la comunicazione della mostra, che cambieranno ad ogni annuncio e invito. Verrà infine realizzato un libro d’artista con le foto e i disegni dei mandala realizzati in occasione della mostra e brevi testi.
Installazione site specific a cura di Maura Pozzati
- promossa da Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna in collaborazione con Galleria Continua
Orari e prenotazioni:
L’installazione è visitabile su prenotazione nei seguenti giorni e orari:
- 5 maggio h 14-19
- 6 maggio h 13-19
- 7 maggio h 13-19
- 8 maggio h 13-20
- 9 maggio h 13-20
Prenotazione obbligatoria ai numeri 051 6496632 e 051 6496637 nelle seguenti giornate e orari: 3 e 4 maggio h 16-20; 5, 6, 7, 8 e 9 maggio h 10-20; 345 3649649 nelle seguenti giornate e orari: 4 maggio h 16-18; 5-6 maggio h 10-18.
I dati rchiesti saranno utilizzati solo ai fini della prenotazione dell’evento.
U.G.O.
U.G.O. è un comedy show, è un contenitore di realtà tragicomiche da cui scaturiscono monologhi, stand- up, satire, storie, pezzi sempre inediti.
Sul palco di U.G.O. si alternano una serie di interventi della durata massima di
8 minuti: monologhi, racconti, satire, stand up, il cui taglio privilegiato è quello dell'ironia e del sarcasmo.
U.G.O. è un progetto aperto e in divenire che non smette mai di fare talent scouting. I pezzi sono sempre inediti e ogni serata è uno spettacolo a sé, un debutto. Ad ogni serata partecipano attrici e performer sempre nuove, con una special guest musicale.
Cosa vuol dire.
U.G.O. è l’acronimo di unidentified gabbling object, che significa oggetto parlottan-
te/farfugliante/borbottante non identificato. Esattamente come l’U.F.O., la serata U.G.O. non è del tutto identificabile.
La storia di U.G.O. nasce dall’esigenza di creare uno spazio libero dalle censure, dalle etichette, dalle imposizioni di forma, dai cliché tipicamente attribuiti all’universo femminile. U.G.O. è un tentativo di svincolarsi dai canoni di una comicità stereotipata.
Al gruppo fondatore si affiancano subito Veronica Raimo, Nicole Balassone, Federica Tuzi, Elisa Simonelli e Carmen Barbieri e con l’arrivo di Betta Cianchini l’astronave di U.G.O. fa il suo primo atterraggio il 15 dicembre del 2017 nell’open space della sede storica di Radio Rock. La prima stagione di U.G.O. a Radio Rock si conclude nel mese di maggio 2018. Seguono l’inaugurazione della stagione teatrale del Gay Village 2018 e i Festival “Massenzio” , “Letterature Off”, “Parterre Farnesina Social Garden”, “Solisti del Teatro” ai Giardini della Filarmonica.
U.G.O. per la seconda stagione cambia casa e si sposta al Monk dove va in scena una volta al mese sempre con il sostegno di Radio Rock. Seguono L’Aniene Festival e il “Ghe pensi mi” di Milano.
Il progetto U.G.O. è stato presentato l’8 marzo 2019 all’Auditorium del Macro Asilo. A ottobre
2019 partecipa all’apertura di “Internazionale a Ferrara” e “InQuiete - Festival di scrittrici a Roma”.
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TEMPO, PSICHE, NUMERI / SCOLPIRE NEL TEMPO PER UNA BREVE STORIA DEL TEMPO IN MUSICA
Il quartetto d’archi di FontanaMIX offre una sorta di racconto sulla storia del Tempo in musica da Orlando di Lasso, passando per Bach, Haydn, Stravinskji, Ligeti, Steve Reich e Nicola Evangelisti.
TUTTI GLI SPETTACOLI E LE CONFERENZE SONO A INGRESSO GRATUITO, A ECCEZIONE DI QUELLI INDICATI.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA:
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