IVA ZANICCHI / UN ALTRO GIORNO VERRA’
Attilio è stato il capostipite della famiglia Vezzoli. Nel primo Novecento, ogni autunno con i suoi cari e con i lavoranti, undici persone più un gregge di cinquecento pecore, lasciava il paese sull'Appennino Tosco-Emiliano e si spostava in Maremma per la transumanza. Tognin, ultimo dei cinque figli di Attilio, sogna di sposare la sua Ginetta, che ama da quando è bambino. La vita andrà diversamente ma gli regalerà comunque grandi gioie tra le quali il nipote Lorenzo, il primo dei Vezzoli a lasciare le terre dell'infanzia per scoprire il mondo: finirà imbarcato come allievo commissario sul transatlantico Princesse, diretto a New York. Un altro giorno verrà, è una saga familiare popolata da personaggi di straordinaria volontà e dignità, animati al tempo stesso dal desiderio di conquistare il futuro e da un profondo attaccamento alle proprie radici.
VALERIO APREA / A MATTIA TORRE
Omaggio all’indimenticato sceneggiatore (tra l’altro di una serie cult come Boris) Mattia Torre, prematuramente scomparso nel 2019. L’attore Valerio Aprea, uno dei suoi più cari amici, presenta A questo poi ci pensiamo, l’ultimo suo libro, e ne leggerà alcuni brani. Si tratta di una raccolta di monologhi, dialoghi in cui Torre che ci ha abituati al sale dell’intelligenza, ci ha raccontato le donne, gli uomini, le coppie, i figli, le miserie e il mistero della vita sociale nonché i sentimenti che si agitano dietro al cinismo del mondo dello spettacolo. Formidabili scatti narrativi, dialoghi, monologhi e un folgorante senso del mondo messo a servizio di ipotetici sviluppi nel cinema. Insomma, una vera sorpresa e un’autentica miniera di occasioni felici nel racconto del ‘catalogo degli uomini’.
SELVAGGIA LUCARELLI / CREPACUORE
“Quando non eravamo insieme sentivo uno strano disordine emotivo, una specie di febbre, di sete che dovevo placare. Vivevo le mie giornate senza di lui come un intervallo, una pausa dell’esistenza. Mi spegnevo, in attesa di riaccendermi quando lo avrei rivisto. Ero appena diventata una giovane tossica, convinta, al contrario, di aver colmato quella zona irrimediabilmente cava della mia esistenza.”Così Selvaggia Lucarelli descrive gli esordi di una relazione durata ben quattro anni in cui nulla, nella sua vita, ha avuto scampo: dal lavoro agli amici, l’ossessione per una storia che non aveva alcuna possibilità di funzionare, piano piano, come un fungo infestante, ha intaccato tutto quello che la circondava. Perfino l’amore per suo figlio, che finisce trascurato tra decisioni imprudenti e un’asfissiante sindrome abbandonica: “Oggi, guardandomi indietro, faccio ancora fatica ad ammetterlo, ma la felicità di mio figlio, la sua sicurezza perfino, erano la cosa più importante solo in quei rari momenti in cui sentivo di aver messo la mia relazione al sicuro. L’unico pericolo che avvertivo come costante e incombente era quello che lui mi lasciasse per la mia evidente inadeguatezza”.Con coraggio, senza fare sconti soprattutto a se stessa, racconta come un incontro tra un uomo che non vede nulla oltre se stesso e una donna che non vede nulla oltre lui può trasformarsi in una devastante dipendenza affettiva da cui la protagonista uscirà solo dopo aver toccato il fondo. Solo dopo aver compreso cos’era quel vuoto da colmare e perché ha coltivato la speranza distruttiva che qualcuno potesse colmarlo: “Siamo stati, insieme, una profezia feroce che per avverarsi aveva bisogno delle ferite di entrambi”.
Selvaggia Lucarelli è giornalista per radio, quotidiani e tv. Il suo podcast Proprio a me per Choramedia sulle dipendenze affettive è stato scaricato da un milione di persone. Ha un fidanzato che fa il cuoco, un figlio che ama i film horror, un cane cardiopatico e un gatto diabolico.
DANIELA COLLU / PERCHÉ NO?
Daniela Collu presenta il suo ultimo libro, Perché no? Il libro delle domande... che con le risposte sono tutti bravi.
Ogni oggetto oracolare ha le sue regole e questo libro non fa eccezione: di risposte qui dentro non troverete traccia, ma avrete solo domande, altre domande, decine di altre domande, altri dubbi, vagonate di incertezze e nuovi spunti su cui riflettere.
Ingresso libero fino a esaurimento posti dietro presentazione di green pass.
SIMONETTA AGNELLO HORNBY / PUNTO PIENO
Andrea Sorci, in preda a un accesso di rabbia, uccide la sua domestica “continentale”. L’omicidio viene insabbiato dal figlio illegittimo del barone Sorci, il potentissimo Peppe Vallo, altrimenti noto come l’Americano. Rico, nipote di Andrea, che sa ma non parla, è un uomo tormentato, deluso dalla Sicilia ferita del dopoguerra: vive accanto a Rita, che ama e non può fare a meno di tradire.
Eppure qualcosa si muove: tre donne, le zie che i Sorci hanno ribattezzato “le Tre Sagge”, fondano nella sagrestia della chiesa dei Santi Scalzi il Circolo del Punto Pieno, dove ricamano corredini, tovaglie, lenzuola, asciugamani. Dalla nobildonna alla monaca di casa, alla prostituta, in quel “tripudio febbrile delle dita” si dà forma a una sorta di adunanza femminile dove si discute, si commenta, ci si consola, si offre una speranza di cambiamento e si rammendano traumi sociali e famigliari. È una nuova sorellanza basata su una “separazione dal mondo fuori che solo le donne, quando sono insieme, riescono a creare e a difendere”.
Intanto, però, l’uomo vola sulla Luna, gli studenti si ribellano. E la tensione positiva dei movimenti a cavallo fra gli anni sessanta e settanta si scontra con le contraddizioni dell’isola.
Dal 1955 al 23 maggio del 1992, quando furono uccisi Giovanni Falcone, Francesca Morvillo e gli agenti della scorta, Simonetta Agnello Hornby tiene stretto il filo della saga famigliare cominciata con Caffè amaro e proseguita con Piano nobile per consegnarci un appassionante ricamo di omicidi, ossessioni, amori, violenze della Sicilia uscita martoriata dal Secondo conflitto mondiale e pronta a patire, protagonista e vittima, altre guerre.
“Siamo fragili, e siamo imperfetti. Imperfetto è il mondo, non l’amore. E noi ricamiamo, continuiamo a ricamare, con amore.”
Evento a cura di Feltrinelli Ravegnana - Prenotazioni su eventbrite a questo link
DRUSILLA FOER / MI RACCONTO
Si può pensare che alla mia età si decida di scrivere un libro per fare il punto della situazione. Non ho mai sentito l’esigenza di mettere in successione gli eventi della mia esistenza come quando ci si mette in fila al cinema per vedere il film della propria vita.
Piuttosto ho colto questa preziosa occasione per riprendere contatto con i luoghi della memoria, ma soprattutto per rendere onore all’indelebile, agli incontri che mi hanno segnato, allo stupore dei sentimenti. Una vita randagia, emozionata e combattuta. Una vita non male.
Una caccia al tesoro a cui ho giocato con tutto il coraggio che mi è stato possibile. Ve la resituisco senza vergogna, con l’intenzione di divertire o di ispirare, contando su un tenero perdono per la tonalità presuntuosa di questa speranza, tipica di una anziana signora forse un po’ vanesia.
MARCO BALIANI / LA PIETRA OSCURA
Sono cinque e sono inseparabili: c’è Ulisse che viene dal Senegal, Ago il minuscolo, Gemma magra magra e con una memoria invidiabile, Incon grande grosso e trasognato, Giorgio detto Stampa per via delle stampelle. Sono insieme in terza media, in un fine primavera che è l’ultimo da passare come una banda. Poi le loro strade si divideranno. Intanto però condividono tempo e passioni. Comincia così questa storia di fughe e inseguimenti, misteri e ipotesi in cui è chiaro che “le cose impossibili sono collegate fra loro” e che l’anima del mondo, la forza che tiene viva i vivi, è in pericolo. Marco Baliani, attore, regista, drammaturgo e scrittore, racconta il suo nuovo romanzo fatto di universi lontani, storie antiche, statue sacre e adulti ostili per un’avventura che ha la concretezza dell’amicizia vera.
CHIARA LAGANI E TIZIANA DE ROGATIS / L'INVENZIONE OCCASIONALE
Chiara Lagani, drammaturga e attrice di Fanny & Alexander, e Tiziana De Rogatis, studiosa di Elena Ferrante e Professoressa di Letterature comparate all’Università per Stranieri di Siena, insieme in una conferenza-spettacolo tratta da L’invenzione occasionale di Elena Ferrante (edizioni E/O).
A partire da alcune pagine del libro, che raccoglie i pezzi usciti per un anno settimanalmente su The Guardian a firma dell’autrice, un attraversamento di alcuni temi di Elena Ferrante, capaci di «ripensare l’immaginario femminile come uno splendido graffito ancora parzialmente sepolto. Oltre il denso strato dell’immaginario neo-patriarcale, della retorica dell’emancipazione o dei buoni sentimenti: da lì si sprigiona L’invenzione occasionale» (Tiziana De Rogatis, dal risvolto di copertina del libro).
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA
mail o whatsapp // oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu / 349.7619232
CHIARA TAGLIAFERRI E MICHELA MURGIA / MORGANA L’UOMO RICCO SONO IO
Una ragazza dovrebbe avere una stanza tutta per sé e una rendita di 500 sterline l’anno.” Con questa frase politicamente rivoluzionaria e di cui purtroppo la memoria collettiva ha conservato solo la prima parte, Virginia Woolf lega strettamente il discorso sull’emancipazione femminile ai soldi, presentati come la premessa stessa della libertà. Il denaro è il vero tabù da violare quando si parla di donne perché è il potere più grande,quindi per definizione è stato per anni solo degli uomini. Ma allora perché tutti continuano a consigliare alle donne, oggi come allora, di sposarsicon un uomo ricco? Perché in molte famiglie si insiste a non insegnare alle ragazze a gestire il denaro?
In questo libro si racconta di donne alle quali la libertà è spesso costata cara, ma che non hanno mai smesso di pensare di potersela permettere.
PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA:
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Mob - SMS – whatsapp: 349.7619232
da lunedì a venerdì: 10.30-13 e 15-17.30
In ottemperanza alle disposizioni governative vigenti, per poter accedere sarà necessario presentare il Green Pass.
GIULIA BLASI / BRUTTA. STORIA DI UN CORPO COME TANTI
Giulia Blasi è una delle voci femministe italiane più ascoltate, attivissima sul web e attraverso i podcast. In questo libro (edito da Rizzoli) smaschera un’atavica ipocrisia e aiuta le donne ad affermarsi, a prescindere dal loro aspetto fisico, affrontando il tema del bodyshaming. Appena nata, Giulia era già brutta: lo dicono i parenti. Poi ci si sono messi gli occhiali, il fatto di essere magra e allampanata, l’altezza... Ma proprio questa analisi autobiografica è lo spunto per prendere coscienza: chi ha detto che il corpo delle donne (e non quello degli uomini) debba rispondere a determinati canoni? E perché questi presunti criteri estetici stabiliti dai maschi dovrebbero condizionare le ragazze?
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