ARSENALE SONORO / BACH versus HÄNDEL II

Boris Begelman (violino), Ludovico Takeshi Minasi (violoncello) e Alexandra Koreneva (clavicembalo) si sono distinti sulla scena cameristica internazionale per la loro originale cifra interpretativa. Per il secondo appuntamento del ciclo Bach versus Händel hanno appositamente studiato un programma che ripercorre la produzione di tre “virtuosi di suono” italiani, venerati maestri del violinismo solistico quali Corelli, Geminiani e Veracini. In  tournée a Londra nel 1714 Geminiani volle come accompagnatore al cembalo proprio il giovane Händel. Raccontano le cronache che tra i due nacque una buona amicizia. In programma:  la celebre Sonata per violino “La Folia” di Corelli, la Sonata op.5 n.5 per violoncello di Geminiani, la Sonata per violino op.1 n.12  di Veracini e Sonate per cembalo o violino di Händel.

 

musiche di Corelli, Geminiani, Veracini, Händel


QUARTETTO BOLOGNINI / APOLOGIA DEL QUARTETTO II

Protagonisti di questo secondo appuntamento del ciclo “Apologia del Quartetto” sono i compositori Franco Donatoni, Fabio Vacchi, Stefano Gervasoni ed Henri Dutilleux, uno dei maggiori esponenti del secondo Novecento francese. Alle umbratili suggestioni di Ainsi la nuit di Dutilleux fanno da contrappeso le giocose sferzate del quartetto di Donatoni La souris sans sourire, la penetrante “difesa” della tradizione del quartetto di Vacchi e le esplorazioni sonore di Clamour di Gervasoni. Il giovane Quartetto Guadagnini, già vincitore del “Premio Abbiati” nella sezione speciale intitolata a Piero Farulli, da qualche anno si dedica con profondo interesse ai compositori del Novecento storico e alle voci più significative dell'ultima post-avanguardia italiana.

 

musiche di Dutilleux, Vacchi, Gervasoni, Donatoni


LA VENEXIANA / BACH versus HÄNDEL I

L’ensemble La Venexiana, specialista del repertorio vocale e strumentale barocco, apre il ciclo concertistico di musica antica “Bach versus Händel”, parte della rassegna d’autunno Il Nuovo l’Antico. Nati nel cuore della Germania luterana a distanza di appena un mese, Bach e Händel ebbero carriere e stili di vita diversissimi, ma entrambi segnarano profondamente la storia dei generi musicali praticati nel corso della loro attività. Il programma proposto dalla Venexiana si concentra sui duetti vocali di Händel, un genere vivo e seducente in cui eccelleva anche il bolognese Giovanni Bononcini. Rispetto alla scena operistica fra due personaggi, il duetto da camera consente di sperimentare inedite soluzioni vocali e strumentali, suscitando sicuro stupore nel nobile parterre di corte.

 

musiche di Händel, Bononcini, Gabrielli

 

 


QUARTETTO NOÛS / APOLOGIA DEL QUARTETTO I

Primo appuntamento del progetto “Apologia del Quartetto”, sezione contemporanea della rassegna Il Nuovo l’Antico, il programma proposto dal Quartetto Noûs spazia dall’espressionismo alla nuova classicità di Hindemith.
Si ascoltano inoltre i Microludi di Kurtág, luminosi aforismi tra Webern e Bartók. Nell’arco dell’intero progetto si esplora la letteratura per quartetto d’archi del Novecento come testimonianza di una fondamentale esperienza creativa. I maggiori compositori delle avanguardie storiche e del nostro tempo hanno trovato nel quartetto d’archi il loro ideale laboratorio sperimentale. Persino nell’età del predominio tecnologico le opere per questo complesso hanno continuato a mantenere un forte legame con il passato, come risulta anche dai brani in programma nei diversi concerti.

musiche di Hindemith, Webern, Kurtág, Berg


GABRIELE STRATA / PIANOFORTE

È il vincitore del “Premio Venezia”, uno dei più ambiti concorsi pianistici nazionali, riservato ai migliori diplomati dei Conservatori italiani. Gabriele Strata, vent’anni, ha studiato al Conservatorio di Vicenza con Riccardo Zadra e Roberto Prosseda e si sta perfezionando alla Yale University con Boris Berman. Per il suo debutto a Bologna ha scelto uno dei brani più geniali di Chopin, la Fantasia op.49, pagina di intensa passionalità. Virtuosismo e un senso di libertà improvvisativa dominano nel secondo brano in programma, la fantasia quasi sonata “Après une lecture de Dante” di Liszt. Si passa poi al pianismo del Novecento con il Debussy simbolista dei Preludi e il Bartók dell’evocativa suite All’aria aperta.


INDRO & GINEVRA

Sono due enfant prodige: Indro Borreani si è diplomato a soli sedici anni e studia con Uto Ughi e Dejan Bogdanovich; Ginevra Costantini Negri a dieci anni si è esibita alla Carnegie Hall di New York ed è la più giovane tra i pianisti che abbiano interpretato i Péchés de vieillesse di Rossini. Esegue in concerto Un petit train de plaisir e Une pensée à Florence. Dalla “Primavera” di Beethoven Borreani balza negli indiavolati virtuosismi dei Capricci di Paganini per violino solo, ritrovando la dimensione cameristica nelle Variazioni su temi dal Mosè in Egitto di Rossini.


QUARTETTO WERTHER

Fanno musica insieme da tre anni e si sono distinti in diversi concorsi cameristici; Misa Iannoni Sebastianini (violino), Martina Santarone (viola), Simone Chiominto (violoncello) e Antonino Fiumara (pianoforte) si stanno perfezionando con il Trio di Parma e Pierpaolo Maurizzi al Conservatorio di Parma. Per il loro debutto a Bologna hanno scelto il Quartetto per pianoforte e archi op.47 di Schumann, un lavoro della piena maturità artistica che nella libertà inventiva del suo finale pare aprire nuove prospettive verso Brahms e Fauré. Del compositore francese si ascolta il primo Quartetto, opera giovanile che si imprime nella memoria per la bellezza dei suoi temi e che mostra chiare impronte schumaniane nel suo Adagio centrale.


UN'ORCHESTRA A QUATTRO MANI / L'ARTE DELLA TRASCRIZIONE

MICO si conclude con un concerto “sinfonico da camera”, dove il pianoforte, in virtù della sua generosa estensione e ricchezza timbrica, diviene lo strumento privilegiato per riassumere un’intera orchestra in “quattro mani”. Fossi e Gaggini sono veri e propri esploratori di questo repertorio, di cui offrono due trascrizioni d’autore: il balletto Petruška nella versione dello stesso Stravinskij, e la Kammersymphonie op. 9 di Schoenberg nella versione di Alban Berg, che ascolteremo in prima esecuzione italiana.


IL PIANISTA FAVOLOSO / L’INTEGRALE PER PIANOFORTE DI GYÖRGY LIGETI

Scomparso nel 2006, György Ligeti è uno dei più interessanti alchimisti della musica moderna. Ironico sperimentatore sonoro, la sua affascinante produzione pianistica si ispira a Scarlatti e Chopin come alla musica africana o al jazz. “Avrei voluto essere un pianista favoloso!”, dichiarava Ligeti, e MICO ne presenta proprio l’integrale pianistica, in una staffetta che coinvolge nove talenti, selezionati dal progetto Call for Young Performers guidato da Maria Grazia Bellocchio.


DANIELE FURLATI / SCHERMI E TASTIERE

Premiato per le musiche de Il vento fa il suo giro e L’uomo che verrà di Giorgio Diritti, Daniele Furlati prende le mosse proprio dal regista bolognese per il primo concerto di MICO – Musica Insieme COntemporanea, non senza un omaggio a maestri come Bernardo Bertolucci ed Ennio Morricone (Novecento). Sulle proiezioni dell’Archivio della Cineteca di Bologna, Furlati mostrerà anche l’altro volto della composizione per il cinema: l’improvvisazione, ovvero quella facoltà di creare la musica estemporaneamente, seguendo passo per passo le immagini che scorrono sullo schermo.