LORENZO SCUDA E ALESSIO ALBERGHINI / SENZA UN PIANO THELONIOUS MONK E LA SFIGA DI NASCERE MUSICISTI

Che senso ha parlare di un musicista degli anni 40?
A noi non interessa una rievocazione, un biopic.
Ci interessa trovare un modo contemporaneo per raccontare un percorso.
E scoprire cosa possiamo imparare da quel percorso.
E, più in generale, scoprire che senso ha ascoltare e suonare jazz nel 2021.
SENZA UN PIANO è questa domanda.
E si rivolge a chi ama il jazz e, contemporaneamente, anche a chi lo odia.
Perché noi proviamo gli stessi sentimenti a riguardo.
SENZA UN PIANO è amore per quello che facciamo. Ma anche odio.
Spesso anche contemporaneamente.
SENZA UN PIANO è comico. Come Monk.
Che aveva un senso dell’umorismo super. Anche nel modo di suonare.
Era una sorta di comico che si esprimeva con la musica.
Giusto quindi che venga raccontato da un musicista finito a fare il comico.
SENZA UN PIANO è bipolare. Come Monk
Intanto perché siamo in due. Solisti.
E poi perché lo abbiamo colorato a tinte forti. Passando rapidamente da testi buffi e
grotteschi a momenti musicali spigolosi e introversi. E viceversa.
Questa altalena rapida di colori contrastanti che ne è scaturita, alla fine è il modo migliore
per respirare l’animo inquieto di Monk.
SENZA UN PIANO è composizione + improvvisazione. Come Monk.
Oscilla continuamente fra i due poli dell’arte.
Musiche e testi scritti che si dipanano in modo improvvisato.
Perché il jazz non lo si può raccontare portandosi tutto da casa.
Per questo andiamo senza un piano.

INGRESSO GRATUITO CON PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: E-mail: oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu Mob – SMS – whatsapp: 3497619232 da lunedì a venerdì: 10.30-13 e 15-17.30


ALESSIA CAPELLETTI E TOMMASO BOSSO / EZIO BOSSO | FACCIO MUSICA. SCRITTI E PENSIERI SPARSI

A un anno dalla scomparsa del Maestro, una raccolta di scritti inediti ne ripercorre i pensieri e le passioni.
“Mi chiamo Ezio, nella vita faccio la musica. E sono un uomo fortunato. E questa e l’unica cosa che vorrei dover dire per parlare di me”.

Il Maestro Ezio Bosso è ormai un’icona dei nostri tempi. È il volto di un uomo intriso di passioni e forza d’animo; è il movimento, a tratti lieve e a tratti tempestoso, di una bacchetta che guida l’orchestra e che disegna mondi inesplorati. Il 14 maggio del 2020 Ezio Bosso si spegne nella sua casa di Bologna, a soli 48 anni. In vita non aveva mai voluto pubblicare la sua autobiografia. Ora, a un anno dalla sua morte, questa raccolta di testi inediti, che ha come modello di riferimento lo Zibaldone leopardiano – cioè un insieme di scritti sparsi di varia occasione – contiene i suoi pensieri più intimi, l’infanzia torinese e il percorso artistico nelle tante città d’Europa e del mondo; la dedizione incondizionata alla musica come espressione culturale fra le più alte, ma anche fra le più accessibili e potenzialmente democratiche grazie alla sua forte componente emozionale; il rispetto della musica e dei suoi protagonisti – pubblico incluso – come parte irrinunciabile della società civile. E poi gli ultimi tempi difficili della malattia e della pandemia nelle sue riflessioni “matte e disperatissime”. Da queste pagine si evince chiaramente il pensiero di un grande compositore e direttore d’orchestra, di un grande divulgatore e intellettuale, un appassionato polemista di una società che fatica a riconoscere l’importanza di un’arte tanto sottovalutata. Faccio Musica è un testamento di rara potenza di uno dei più importanti artisti di questi ultimi decenni.

La curatrice Alessia Capelletti e Tommaso Bosso, curatore dell’eredità del Maestro Ezio Bosso, presenteranno il libro insieme al giornalista Lorenzo Sani,
In occasione della presentazione in Oratorio sarà proiettato un estratto del concerto Stabat Mater per soli, coro e orchestra di Gioachino Rossini. Registrato dal vivo nella Chiesa di San Fortunato a Todi, in occasione dello Iubel Festival.

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ANNAGAIA MARCHIORO / #POURPARLER UN VIAGGIO ATTRAVERSO LE PAROLE

#POURPARLER é un viaggio alla scoperta delle parole, che possono essere finestre oppure muri, possono aprire dei mondi o tenerci prigionieri.
Uno spettacolo teatrale dedicato al potere delle parole.
Mi hanno sempre affascinata le parole, in modo quasi erotico. A volte per il loro significato, altre volte per la loro storia ed ogni tanto, lo ammetto, solo per il suono.
Ci sono parole bellissime come TRASVERBERAZIONE, che significa la trafittura del cuore del putto da parte dell’Altissimo, poco usata, che peccato.
E poi ci sono parole controverse come SINDACA o ARCHITETTA, che il pubblico potrà affrontare a testa alta, scoprendo finalmente il perché. Ci sono parole così difficili da gestire come DESIDERARE che deriva dasidera - astri e significa sentire la mancanza delle stelle.
E parole senza passato, come TIKTOKER o YOUTUBER o INFLUENCER, che potrebbero sembrare funghi, o muffe, o scherzi di un poeta.
Insomma le parole sono pa-rabole, raccontano delle storie.
#POURPARLER gioca con le parole per raccontare storie di lotta e d’amore ma anche di odio e di ribellione. Storie che fanno ridere fino alle lacrime e lacrime che aprono scorci di paesaggi umani.

#POURPARLER si ispira alla stand-up americana, declinandola in una modalità personalissima
In scena un microfono ed un’attrice. E poi una serie di contributi video, interviste e testimonianze di uno stuolo di personaggi esilaranti. Personalità folli, esperte di diversity, influencer, odiatori compulsivi,
religiosi in stato di grazia ed eminenti studiose di linguistica.
Voci diverse nel tentativo di costruire un’indagine comico-scientifica sulla grande potenza del linguaggio, per cercare di carpire il segreto di ogni comunicazione.
E soprattutto per capire qualcosa del mondo in cui stiamo vivendo usando una ironia sagace e pungente.
#POURPARLER è uno spettacolo in continua trasformazione, possono aggiungersi ogni sera parole nuove, e nuove storie.
Per dare spazio al qui ed ora dell’attualità.
E se è vero che oggi si comunica qualunque cosa, alle volte addirittura il nulla, #POURPARLER è all’esatto opposto, uno spettacolo alla disperata ricerca di un senso.
E di un centro di gravità permanente.
O anche solo di Battiato nei peggiori bar di periferia. Uno spettacolo virale, destinato a propagarsi ovunque, come un virus su tiktok.
Nell’era dell’odio digitale, uno spettacolo che serve a combatterlo anche dentro di noi, quando neppure ci accorgiamo di averlo introiettato. Una serata alla ricerca delle parole giuste per amare senza distinzione di sesso, di razza di lingua e di religione.

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: E-mail: oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu Mob – SMS – whatsapp: 3497619232 da lunedì a venerdì: 10.30-13 e 15-17.30

 

 


COSTANTINO D'ORAZIO E ALESSANDRA MANTOVANI / LE DONNE DI DANTE

Le donne di Dante. Incontro con Costantino D’Orazio e Alessandra Mantovani, a partire dall’ultimo libro di Marco Santagata. Introduce Biagio Forino. Con letture di Francesco Setti di una selezione di brani del libro.
Un racconto, tra parole e immagini, del grande poeta fiorentino attraverso le donne che egli conobbe di persona o di cui sentì parlare, e che ne accompagnarono l’intero cammino. Un autentico carosello di figure femminili, di rappresentazioni, reali o ideali, che ci condurranno alla scoperta anche delle zone d’ombra nella biografia dantesca e vedremo dipanarsi uno straordinario, fitto garbuglio di vita vissuta e creazione letteraria. Proiezione di immagini e Letture dal volume Le donne di Dante.

Costantino D'Orazio è storico dell'arte presso la Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali. Curatore del MACRO Museo d'Arte Contemporanea di Roma dal 2014 al 2017, attualmente lavora presso il Museo Pietro Canonica in Villa Borghese. Collabora con l'Università LUISS e l’Università LINK Campus. Conduce la rubrica AR-Frammenti d'Arte su Rainews24, partecipa ai programmi Unomattina in Famiglia su Raiuno e Geo su Raitre. È tra gli autori di Wikiradio su Rai Radio3.

Alessandra Mantovani è docente di Italiano e Latino presso il Liceo Classico Linguistico “G. Pico” di Mirandola. Professore abilitato di II fascia in Letteratura italiana e in Filologia italiana, collabora da anni come docente a contratto con le Università di Bologna, Ferrara, Modena e Reggio. È autrice di saggi critici, articoli, e traduzioni che spaziano dall’Umanesimo-Rinascimento al Novecento e di edizioni critiche di opere della storiografia umanistica.

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DARIO VERGASSOLA / STORIE VERE DI UN MONDO IMMAGINARIO

«I racconti di Dario mi hanno ispirato, hanno la profondità e l’inventiva di Pinocchio.  Le sue chimere di uomini-polpo e di sirene sanno risvegliare il bambino che è in noi.  Leggerli è stata una consolazione, un richiamo alla nostra natura più essenziale:  la poesia e la meraviglia.»  

Luc Jacquet, premio Oscar per La marcia dei pinguini  

Cosa avrebbe da dire un girino che abita uno stagno all’arrogante che cerca in tutti i modi di  contaminare l’acqua? E cosa pensano davvero le acciughe sui banconi dei bar liguri di questa  tradizione alimentare? Com’è, insomma, la vita in questo mondo alla rovescia in cui gli animali  e le sirene parlano, si lamentano dell’uomo, lo sfidano e lo contrastano?  

In queste cinque storie di delicata ironia, di struggente tenerezza, comiche e malinconiche al  tempo stesso, pungenti di satira sociale e disincantate e lucide, a essere protagonisti sono  proprio loro, i dimenticati animali e le leggendarie creature del mare: pesci, totani, sirene,  acciughe e polpi mettono qui in scena le loro storie d’amore impossibili, le loro tirate  ecologiste, la malinconia di essere esclusi, il desiderio di scoprire il mondo lanciandosi in mille  spericolate avventure.  

Il risultato è un ribaltamento provocatorio e ludico delle nostre certezze: le Cinque Terre, che  ci apparivano solo come una costa perfetta per i turisti e popolata da pescatori, si trasformano  in queste pagine in un mondo favolistico e spietatamente vero, fino ad assumere i tratti di un  luogo in cui la leggenda è di casa e in cui è possibile guardare il mondo da un’altra prospettiva.  

Dario Vergassola, spezzino d’eccezione, libera in questa raccolta di racconti, splendidamente  illustrati da Mattia Simeoni, la sua vena più creativa, unendo all’inventiva e all’ironia, che  siamo abituati ad apprezzare in lui, una vocazione narrativa di grande intensità e leggerezza.  

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GABRIELE DUMA GIUSEPPE SIGISMONDI DE RISIO PAOLO INGROSSO ANTONELLA FRANCESCHINI / A RIVEDER LE STELLE

A RIVEDER LE STELLE, tre studi per voce e live electronics sulla Divina Commedia.

Gli studi, in preparazione di uno spettacolo più ampio dedicato alla Commedia, pongono al centro la parola poetica, esplorata nelle dimensioni logica e analogica, dall’interpretazione attoriale, nella dimensione sonora e fonica, dal trattamento elettronico della materia vocale. I tre brani, uno per ogni cantica, contraddistinti da tre differenti caratteri sotto il profilo espressivo e musicale, sono composti intorno alla sola voce, che grazie all’elettronica si fa strumento, orchestra, racconto e scena al tempo stesso. La dimensione concertante è sostenuta dalla direzione musicale che guida composizione e voce nella selva del live electronics, in cui la parola si veste e si spoglia, si infrange, rifrange e ricompone in quel divino racconto che prima di tutto è umana commedia.

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GENE GNOCCHI / IL GUSTO PUFFO

«Non credo al destino, e se qualche volta sento parlare di destino mi rabbuio subito.
Soprattutto quando se ne parla a ritroso, cioè solo per dire che se qualcosa è accaduto doveva accadere ed era destino che accadesse.

Non sono neanche convinto che le cose accadano davvero, ma questo è un altro
discorso che affronterò martedì o mercoledì, o addirittura sabato.»

Siamo un’umanità al gusto puffo, ammettiamolo. Ognuno fiero del suo colore un po’ sopra le
righe, ma senza il coraggio di uno scarto di personalità al di là di quel sapore indefinibile, che tende alla vaniglia. Ognuno impegnato a sopravvivere, anche un po’ a se stesso. Ognuno
detentore di certezze granitiche, costruite quando va bene su un malinteso. I protagonisti di
queste storie rappresentano in questo senso un invidiabile campionario di velleità, incongruenze,ispirazioni a sproposito. Un aspirante California Dream Man ultrasessantenne a cui si sloga una spalla ogni volta che esce da una torta. L’inventore della legge che impone agli artisti di far posare le modelle solo vestite, col loden. Un uomo che vuole adottare un bambino a distanza ma non sa quale sia la distanza minima. Il genero che per non dover portare la suocera al mare decide di farle rompere il femore da una banda di criminali. E naturalmente l’inventore del gusto puffo – appunto – che, come tutti sanno, si è portato nella tomba il suo segreto. Vite che non sono le nostre e che, pure, ci appartengono in una varietà di modi, tutti inquietanti. Con il suo stile stralunato e insieme capace di cogliere con precisione chirurgica la verità delle emozioni e delle situazioni, Gene Gnocchi costruisce tassello dopo tassello un mosaico di storie personali e collettive, spudoratamente apocrife e proprio per questo capaci di mostrarci, come in uno specchio deformante, la verità dei nostri pensieri e della nostra vita. Un libro che suscita ilarità e malinconia in egual misura, e che ci chiama in causa personalmente, come se ogni pagina parlasse di noi.

Gene Gnocchi comico, conduttore, attore, umorista e autore satirico, ha pubblicato diversi libri tra cui ricordiamo i più recenti Cosa fare a Faenza quando sei morto (Bompiani 2015) e Il petauro dello zucchero (La Nave di Teseo 2017). Da settembre 2020 è ospite fisso di Quarta Repubblica di cui cura la copertina satirica.

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PAOLO ROSSI / MEGLIO DAL VIVO CHE DAL MORTO

Paolo Rossi presenta in forma di monologo Meglio dal vivo che dal morto ed. Solferino con l'accompagnamento musicale di Emanuele Dall'Aquila.

Rossi si confessa. Ma rende la sua confessione a una divinità molto particolare: il dio dei ladri, il Bardo William Shakespeare. Tutti gli attori, i commedianti, i contastorie sono infatti ladri: di aneddoti e di idee, di verità e anche di menzogne. Per questo, la «versione di Paolo» è una storia rigorosamente apocrifa e anarchica, disseminata di occasioni e tentazioni, botte date e prese, donne amate e lasciate, poco venerati maestri e pessime compagnie di giro, ideologie e avventure di una sera o di una vita annaffiate da sobrie acque toniche corrette gin. Perché è vero che Gesù alle lusinghe del peccato resistette quaranta giorni, «però lui stava nel deserto, William, nel deserto non c’è un cazzo! Io stavo nei night…». Dal ricordo tragicomico delle serate alle Feste dell’Unità al dialogo in sogno con Berlinguer, dalla paternità spiegata a san Giuseppe alla difficoltà di ritrovarsi proprietario di un cane lupo antidroga, dagli incidenti di scena recitando Beckett con Gaber e Jannacci all’ineffabile pranzo con il poeta comunista cubano, ogni capitolo mescola l’alto e il basso, il cabaret del Derby e il Riccardo III, in un monologo mozzafiato che ha il tono della commedia dell’arte e la velocità delle montagne russe. E che conclude, tra sorriso e nostalgia: «Per mettere ordine nella mia vita ci vorrebbe un governo tecnico».

 

TUTTI GLI SPETTACOLI E LE CONFERENZE SONO A INGRESSO GRATUITO,A ECCEZIONE DI QUELLI INDICATI. PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA: E-mail: oratoriosanfilipponeri@mismaonda.eu Mob – SMS – whatsapp: 3497619232 da lunedì a venerdì: 10.30-13 e 15-17.30


MAURIZIO CARDILLO MARCO CAVICCHIOLI ANGELA MALFITANO FRANCESCA MAZZA / POTREI AMARVI TUTTI

Puzzles, orchidee e Kali shower
Un dittico di giovani autrici italiane

Il testo di Caterina Filograno – da lei stessa definito un “diario pubblico”- dipinge labirinti sentimentali fortemente connotati dall’appartenenza al presente. La tendenza a rimanere in superficie, l’incapacità di provare sentimenti duraturi, la paura di perdere il controllo delle cose ma allo stesso tempo la voglia di amare veramente compongono diversi quadri sospesi tra il dramma ed il sorriso, raccontando di piccole manie, tic esistenziali, rovelli amorosi. Unico filone narrativo i dialoghi tra due giovani omosessuali che, fra le difficoltà della comunicazione, cercano di avere una relazione.

si ringrazia il Teatro I di Milano che ha creato la Biblioteca Virtuale, all’interno del progetto PubblicAzioni


MAURIZIO CARDILLO MARCO CAVICCHIOLI ANGELA MALFITANO FRANCESCA MAZZA / LULLABY TRAGEDIA AEROBICA

Puzzles, orchidee e Kali shower
Un dittico di giovani autrici italiane

LULLABY TRAGEDIA AEROBICA
Stati Uniti d’Europa, 2059. La catastrofe è stata evitata. Il mondo sembra ora un luogo giusto. I giovani hanno preso il potere per risolvere le catastrofi climatiche e sociali prodotte nel passato, mentre gli over 70, inerti e iperconnessi, si godono la vecchiaia nei dorati centri Lullaby, diffusi in tutto il continente. Ma per quattro di loro l’avvicinarsi del golden day, ovvero il giorno in cui il Presidente degli Stati Uniti d’Europa si recherà a fare visita agli ospiti del centro, diventa il giorno dell’azione. L’azione che, forse, restituirà loro l’illusione di essere radicati in un presente, e che questo per la prima volta gli appartenga.